Circuito Chiuso by Camilla Sernagiotto

autore:Camilla Sernagiotto
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: originale LiB3
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2013-02-13T23:00:00+00:00

Capitolo sei

«Buongiorno commissario».

«Ciao Maria. Come mai da queste parti?».

Mi schiarisco la voce e parto all’attacco: «Volevo sapere se avete scoperto qualcosa sull’omicidio della signora Gazzaniga».

«Ancora no», risponde lui secco.

«Avete trovato l’arma del delitto? Ci sono dei sospettati?», lo incalzo io.

«Abbiamo setacciato il supermercato ma purtroppo l’arma del delitto non è saltata fuori. Presumiamo sia una scatola di pelati o di fagioli, un cilindro di latta pesante, insomma. Qualcuno deve averla colpita in testa e poi trascinata dentro il frigo».

«Quindi è morta per una botta in testa?».

Annuisce.

«Non potrebbe essere stato un incidente? Tipo un barattolo caduto da uno scaffale che l’ha centrata in pieno?».

«E poi il suo cadavere come ci sarebbe arrivato nel frigorifero?».

Che pessima Jessica Fletcher che sono. Lei non avrebbe mai detto una cavolata del genere.

Il commissario ha ragione: qualcuno l’ha uccisa e poi ha occultato il corpo.

«Ci sono dei sospettati?».

«No, nemmeno: tutti quelli di cui abbiamo trovato le impronte hanno un alibi, te compresa», e ride.

Ho già capito che questo si aggiungerà alla lista di omicidi irrisolti del nostro paese, portando a quota due i misteri.

«Un’ultima cosa, commissario: ha mica interrogato quel ragazzo di cui le ho parlato?».

«Il tuo amico Gabriele?».

«Non è un mio amico, ce l’ho solo tra i contatti su Facebook ma lo conosco a malapena. Comunque sì, intendevo Gabriele… L’ha torchiato o no?».

«Addirittura torchiato? Non l’ho nemmeno interrogato: non c’è niente di sospetto in lui, ho controllato».

«E il fatto che si sia inventato di sana pianta il nome di sua nonna? Che non dica dove abita? Che sia apparso dal nulla proprio in questo paesino e che nessuno sappia il suo cognome? Non dimentichiamo, poi, che in ogni puntata de La signora in giallo in cui c’è un forestiero è sempre lui l’assassino», concludo sorridendo per sdrammatizzare un po’.

«È qui che sbagli: lui non è un forestiero».

Figurati! Un compaesano carino di cui non conosco l’esistenza?

«Effettivamente è da tanto che non vive più qui, ma questo non è un buon motivo per sospettare di lui».

«Mi scusi commissario, ma chi è Gabriele?».

Lui arriccia la bocca, si schiarisce la voce e mi spiazza con un inaspettato: «È il figlio della tassista».

O cazzo. Il bambino che ha visto la scena di sua madre fatta a pezzi nella valigia.

Fu portato via dagli zii e non ci mise mai più piede qui, anche perché non ebbe più rapporti con il padre.

E il padre è appena morto…

Ecco di chi era la casa che gli è arrivata in eredità!

Ecco perché ha avuto quella reazione quando l’ho invitato a cercare la signora Gazzaniga: lui, a differenza di me, non se l’era persa la precedente caccia al tesoro…

Sono un mostro.

«Come mai quella faccia da funerale?», mi chiede mia nonna.

Vorrei dirle: «Perché è appena morta l’unica speranza che avevo di fidanzarmi con l’uomo della mia vita», ma mi limito a un generico: «È stata una giornataccia».

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